Pesquisar este blog

Translate

sexta-feira, 20 de abril de 2012

Nanotecnologie e medicina, l'appassionato racconto di Mauro Ferrari


Nel libro di Cucuzza «Il male curabile» lo scienziato azzarda: «Siamo vicini a un mondo in cui non si morirà più di cancro»


Mauro Ferrari«La ricerca non è per i pavidi. Richiede la scommessa di una vita». Mauro Ferrari ha puntato tutto sulla nano medicina di cui può essere considerato il padre. All’esperienza ineguagliabile di Super Mario, come viene chiamato da amici e colleghi, Michele Cucuzza ha dedicato un libro in uscita nelle librerie il 5 aprile, «Il Male curabile», editore Rizzoli. Un racconto appassionante, ricco di dettagli e curiosità scritto da un giornalista che prima di condurre delle fortunate edizioni di Unomattina, su RaiUno, è stato un vero cronista. E in queste pagine la sua formazione si avverte tutta unita alla semplicità con cui affronta argomenti scientifici molto complicati.
IL CURRICULUM - Originario di Udine, studi classici, laurea in matematica, master e dottorato in ingegneria meccanica e, aggiunge lui stesso scherzando, conoscitore «anche di un po’ di medicina», Ferrari oggi è il numero uno al mondo nel campo delle nanotecnologie applicate all’arte di Ippocrate. A 52 anni è presidente e amministratore delegato di Methodist Hospital Research Institute, una struttura nata nel 2010, costruita in due anni, proprio per accogliere i più avanzati progetti nel settore dei nano farmaci. Un nosocomio privato, uno dei primi dieci degli Stati Uniti. «Il nostro obiettivo è cambiare il futuro», afferma senza il timore di sembrare presuntuoso Ferrari nel corso della testimonianza-intervista rilasciata a Cucuzza, ambientata proprio negli Satti Uniti dopo il primo contatto, causale, avvenuto a Cernobbio, davanti a un caffè fumante.
Il Male curabile

PRIMO FARMACO - Il primo farmaco nano particellare è stato l’adriamicina, oggi di grande importanza nel trattamento del cancro, sviluppato in Italia e portato alla clinica da Gianni Bonadonna, istituto Tumori di Milano. «Noi chiamiamo questi prodotti di prima generazione – spiega Ferrari. La seconda fase è già cominciata. Stiamo creando nano particelle multifunzionali in grado cioè non solo di trasportare contemporaneamente più farmaci o un prodotto curativo o un agente di contrasto ma anche di essere attive di per sé o che possono essere attivate dall’esterno dopo aver raggiunto la massa tumorale». Al mondo sono in corso una ventina di progetti in questa direzione già sull’uomo, centinaia le sperimentazioni in stadi precedenti. A Houston però sono ancora più avanti. Sta nascendo la terza generazione che consiste nella combinazione di più componenti, riunite in un’unica pillola. Il sogno è annullare la tossicità, gli effetti collaterali, le resistenze. Una «cooperazione» necessaria per abbattere le barriere biologiche dell’organismo. Super Mario nutre speranze grandiose: «Siamo vicini a un mondo in cui non si morirà più di cancro. Gli strumenti per impedire sofferenze e morti però devono essere accessibili all’intera umanità, non solo ai Paesi ricchi. Se così sarà i nostri figli conosceranno un mondo dove nessuno muore più di cancro».
GLI OBIETTIVI - L’obiettivo e’ trasformare il tumore in malattia cronica, come sta avvenendo per l’Aids e altre patologie un tempo senza esito fausto. E questo traguardo sarà raggiungibile, secondo Ferrari, con terapie personalizzate da costruire con l’impiego di diversi strumenti fra i quali appunto le nanotecnologie. Personalizzare una terapia significa veicolare il farmaco giusto laddove la malattia ha colpito. Dunque in un preciso bersaglio. Non solo. Sarà necessario che il farmaco arrivi al punto giusto nel momento giusto, quando la malattia è vulnerabile. Solo così verrà tracciato un percorso di guarigione. Il libro di Cucuzza si chiude con questa immagine. Il male è curabile, la sfida di Ferrari contro un nemico una volta creduto invincibile è ad armi pari.
Margherita De BacFonte: Corriere della Sera